Trieste 12 settembre 2001 A fronte dell’orrore, dell’inaudita, spaventosa violenza che ha colpito i valori tutti del sentire democratico, il popolo degli Stati Uniti d’America e la Comunità Internazionale, il neonato Festival Internazionale della Fantascienza di Trieste dichiara, per la seconda volta a distanza di pochi anni, la propria avvenuta e totale obsolescenza di fronte all’impensabile escalation fantascientifica del massacro. Gli sforzi enormi dell’ente organizzatore La Cappella Underground di Trieste e dei suoi collaboratori, congiuntamente alle forze politiche che tanto appoggio e passione hanno voluto dedicare alla rinascita d’un Festival, in prima battuta inteso come occasione di convivialità, come sede di dibattito culturale e scientifico attorno alle gioie comuni del raccontare e del fantasticare, sono in parte vanificati in poche ore di follia. Laddove l’odio regna, i sogni sono negati. Certamente clamorosa, ipocrita e inadeguata suonerebbe, a questo punto, la riproposizione di vecchie pellicole che narrino distruzione e morte nella finzione: in tal senso, nella decisione sofferta di non fermare il Festival, di non cedere alla tentazione di chiudere, o di subire passivamente le perplessità, l’emozione e il dolore, annulliamo la Sezione cinematografica intitolata "MonsterS". Consapevoli del significato della decisione, con lo sgomento dettato da immagini offensive e reali, dichiariamo il nostro cordoglio per le vittime innocenti. Come le statue cannoneggiate del Buddha millenario, l’amore per la fantascienza trova limite definitivo nella brutale cecità degli estremismi e del fanatismo, delle politiche pervertite e dello scontro dei popoli di qualsiasi latitudine e colore di pelle, di qualunque credo religioso e politico. Godzilla, Gorgo e Tarantula, amatissimi mostri, lasciano il passo a quelli del reale mediatico, ben più spaventosi e drammatici. La fantascienza è possibile laddove la pace, l’amore, la democrazia permetta ancora il sentirsi fanciulli, nella speranza ciò possa, al più presto, tornare ad essere. Il che è solo nel rispetto della vita, delle diversità, e nella comune presa di distanza dalle ambiguità politiche, economiche, religiose e sociali che hanno dato forma, ancora una volta, al mostruoso. Scusandoci con chi vorrà esser presente e partecipe della nostra manifestazione, dichiariamo l’impossibilità a rispettare il programma così come preventivato. Lo facciamo nell’esigenza prima di accogliere le legittime perplessità ed impossibilità degli ospiti che hanno aderito alla nostra manifestazione. Con l’augurio di regalarvi, ancora una volta, il sorriso delle cose vane ed importanti del fantastico.
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